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Quando la passione familiare è garanzia di qualità

In Friuli Venezia Giulia la troticoltura ha quasi sempre radici familiari e nasce da un profondo attaccamento a questa terra e al suo dono di acque meravigliose, dove la trota trova il suo habitat ideale. Questa eredità e questa passione motivano la costante dedizione degli allevatori friulani al proprio lavoro, che li impegna 365 giorni l’anno, con la massima responsabilità verso l’ambiente e con l’orgoglio di coltivare una Qualità sempre più apprezzata e sempre più riconosciuta in Italia e nel mondo.

“Qualche tempo fa, a Torsa, una fuga di avannotti dallo storico allevamento dei Mangilli ispirò a mio nonno un’idea coinvolgente: a tutti i bambini che avessero recuperato i fuggiaschi, avrebbe dato una ricompensa “a capo”. Da quel “tesoretto” di avannotti, raccolti quasi per gioco, maturò l’idea di avviare la sua attività. Oggi siamo alla terza generazione di troticoltori in famiglia.”

Denis Pampagnin

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Una sfida ecosostenibile a misura di paesaggio

Il paesaggio della troticoltura friulana mantiene pressoché intatta la sua naturalità, caratterizzata da abbondanza e purezza di acque dolci, con impianti situati in aree rurali di vasto respiro, dove le coltivazioni si alternano a boschi riparali e fiumi a sponde verdi.

Oltre alle tecniche e alle tecnologie colturali più all’avanguardia, i troticoltori friulani seguono precise regole d’oro:

  • la collocazione strategica degli impianti in prossimità di sorgenti, torrenti, risorgive, con qualità e proprietà chimico-fisiche delle acque ideali per lo sviluppo della trota;
  • la bassa densità delle trote negli impianti di allevamento;
  • la frequente rotazione e pulizia delle vasche, per ragioni sia igieniche che di gestione e controllo della risorsa idrica;
  • la temperatura costante delle acque di risorgiva, fattore decisivo per una crescita sana e corretta della trota;
  • la continua ossigenazione naturale delle vasche;
  • l’alimentazione della trota con farine di pesce e farine vegetali, prodotti derivati dagli stessi alimenti assunti dal pesce in natura.

Solo l’insieme di queste scelte colturali garantisce la Qualità peculiare della Trota Friulana.

“Nella roggia che scorre accanto all’allevamento, c’è la concentrazione più alta d’Europa di anatre alzavole. In Friuli vogliamo rispettare l’ambiente. La presenza di gamberi e scazzoni nelle acque a monte e, soprattutto, a valle dei nostri impianti, è un indicatore ecologico che teniamo sempre sotto controllo e ci assicura che stiamo lavorando nella direzione giusta. L’amore per le nostre risorgive è quello che ha portato mio padre dal Veneto a Codroipo, dove ha trovato il suo angolo di paradiso e ove ha potuto esprimere una vocazione imprenditoriale, trasmessa a noi figli.Siamo figli di mugnai e contadini da generazioni ed è stato naturale trasformare cultura per l’acqua e passione per la terra in amore per tutto quello che è acqua e per tutto quello che si trova nella nostra terra. È così che abbiamo imparato a pescare le opportunità di questo ambiente, coltivando l’acqua, perché l’acqua ci chiede di essere valorizzata, di rappresentarla nelle tavole del mondo con la migliore espressione che essa può dare: la trota”.

Franco Vendrame

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 Un rapporto sensibile con la vita

La troticoltura friulana ha il suo punto di forza nella capacità d’interagire con un ecosistema fragile e delicato, rispettando al massimo esigenze e ritmi naturali e sostenendo questo sforzo e questo investimento nel corso di tutta la crescita della trota, che dura dai 15 ai 36 mesi. Anche riti quotidiani come la somministrazione del cibo sono eseguiti con la massima cura, con dosi calcolate al grammo, per ridurre gli sprechi e non intorbidire le acque di allevamento, favorendo così l’alimentazione “a vista” delle trote.

Inoltre è necessario procedere periodicamente allo sfoltimento delle vasche, con trasferimenti in altri bacini. La crescita dei pesci aumenta infatti la densità della popolazione, mettendo a rischio gli equilibri vitali.

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Prevenire è meglio che curare 

La Trota Friulana, durante tutta la sua fase di crescita è costantemente controllata dai veterinari. Ancora più importante e decisivo è però il lavoro effettuato “a monte” dagli allevatori, focalizzato soprattutto sulla gestione a “regola d’arte” degl’impianti, sul controllo computerizzato dei parametri chimico-fisici delle acque, su metodi sempre migliori per le selezioni delle specie. Solo così si creano tutti i presupposti che garantiscono un prodotto sano, buono, affidabile.

“La mortalità degli avannotti in ambiente naturale è circa del 95%. In allevamento è ridotta al 20%, grazie anche a quell’osservazione giornaliera che sola può cogliere anomalie e disfunzioni. Ogni allevamento è personalizzato e diverso dagli altri, una diversità data dal territorio, dall’altitudine, dall’esposizione alla luce e soprattutto dalle qualità dell’acqua: nessuna acqua è uguale alle altre. L’abilità del troticoltore è nella capacità di integrarsi e adattarsi a tutte queste variabili, stabilendo un rapporto quotidiano con gli animali, curandoli, guardandoli, ascoltandoli, anche se non parlano: perché è questo che aiuta loro a stare bene e aiuta noi a farli buoni.”

Franco Vendrame